LA GENIALITÀ DI ROBERT ANTON WILSON
di Stefano Bollani
Pubblicato sul blog il 19/10/2024
Ha passato il tempo a dubitare delle proprie certezze, mettendosi continuamente in discussione.
Ci ha invitati, con fare affettuoso e mai affettato, a scrivere le nostre vite, a diventare autori della sceneggiatura che mettiamo in atto ogni giorno. Senza cadere nella trappola delle nostre abitudini logiche. Negli anni Settanta del secolo scorso ha scritto un romanzo ambiziosissimo insieme all’amico Robert Shea, la trilogia Illuminatus. Un condensato di teorie complottiste ambientato in molteplici piani di realtà differenti, alcuni dei quali raggiungibili durante la fase REM o tramite sostanze psicotrope. Il tutto premuto dentro una struttura narrativa che celebra Eris, la dea del Caso.
Alla medesima dea Robert Anton Wilson (per gli amici, cioè l’intero genere umano, da sempre abbreviato in RAW) si è consacrato diventando Papa. Per la precisione, Papa della Chiesa Discordiana. La religione del discordianesimo nasce ufficialmente nel 1963, partorita da una simpatica accolita di pensatori americani che da allora compie atti artistici tesi a confondere le persone. Confonderle così tanto da portarle a ragionare con la propria testa, invece che con quella della cosiddetta Opinione Pubblica.Nell’ambito di un’operazione che i discordiani avevano definito Operation Mindfuck (“operazione fotti-cervello”), RAW si divertiva moltissimo a scrivere a giornali e associazioni. Lettere elaborate, firmate di volta in volta come Theophobia the Elder, Mordecai Malignatus, George Washington IV e altro ancora. Lettere che si rivelavano piccoli capolavori pieni di understatement, comicità dell’assurdo, logica ed erudizione. L’intenzione di queste missive pare la stessa dei suoi libri: mandare in cortocircuito la testa di chi legge e mostrare il lato ridicolo di qualsiasi forma di potere. («Question authority» ossia «Metti in dubbio l’autorità oppure «Dubita dell’autorità», diceva il suo grande amico Timothy Leary.)
I discordiani a proposito del potere ritengono che chiunque abbia diritto di essere chiamato Papa e invece di avere certezze assolute, come quelle che in altre religioni sono rappresentate dal dogma, utilizzano i catma che sono meta-certezze relative. Il catma principale del discordianesimo è così sintetizzato da RAW:
«Any affirmation is true in some sense, false in some sense, meaningless in some sense, true and false in some sense, true and meaningless in some sense, false and meaningless in some sense, and true and false and meaningless in some sense».
Ossia, «ogni affermazione è in un certo senso vera, in un certo senso falsa, in un certo senso senza significato, in un certo senso vera e falsa, in un certo senso vera e senza significato, in un certo senso falsa e senza significato e in un certo senso vera, falsa e senza significato»
Da qui ad arrivare a un fastidio per l’onnipresenza del verbo “essere” nei nostri discorsi di umani, il passo risulta breve.
RAW riuscirà a scrivere i suoi ultimi testi facendone a meno, convinto che in questo modo il pensiero e il linguaggio ne guadagnino in chiarezza.
Ecco cosa fa dire a Sigismundo Celine, il protagonista del suo romanzo The Historical Illuminatus Chronicles:
«”Is, is, is”. The idiocy of the word haunts me. If it were abolished, human thought might begin to make sense. I don’t know what anything “is”; I only know how it seems to me at this moment».
«”È, è, è”. L’idiozia della parola mi tormenta. Se fosse abolita, il pensiero umano potrebbe cominciare ad avere senso. Di una qualsiasi cosa non so cosa “è”; so solamente come quella cosa mi sembra in questo momento».
La prima edizione del testo che avete fra le mani risale al 1973. All’epoca RAW aveva quarantun anni e scriveva per Playboy Magazine.
Poco tempo dopo, si sarebbe lanciato in una disquisizione sul ritorno della Dea e dell’energia del Femminile (The Book of the Breast poi ristampato come Ishtar Rising) per poi dedicarsi alla trilogia dedicata al gatto di Schrödinger, agli studi sul cervello e sulla PNL, alla trilogia di romanzi storici ambientati nella Napoli del ‘700, agli ultimi meravigliosi testi sulla psicologia quantica e mille altre amenità.
La trama dei contatti che ha intessuto con le menti brillanti della sua generazione va da scrittori immaginifici come Tom Robbins e Philip K. Dick a importanti studiosi come Riane Eisler e Terence McKenna. Dal costante dialogo con questi e altri amici, dalla fisica quantistica, dall’Ulysses di Joyce, dalle tradizioni orientali, dalla musica di Beethoven, dalle ricerche in campo esoterico e ufologico ha attinto un’enorme quantità di spunti.
I suoi libri hanno divertito e informato la controcultura americana, seminando mille idee e sfidando costantemente quello che RAW chiamava il Materialismo Fondamentalista della comunità scientifica. Uomo con i piedi piantati a terra, ha puntato regolarmente il suo sguardo incuriosito verso l’alto, senza paura.
Vale la pena prendere spunto dal suo atteggiamento, in particolare ora che il mondo di oggi ci mette di fronte a situazioni completamente inedite che ci stanno destabilizzando. La paura del futuro che molti di noi sentono trova le proprie radici in traumi collettivi come il Diluvio Universale, di cui serbiamo memoria grazie a miti e leggende di tutto il mondo, ma conosciamo esempi di apolicasse molto più recenti. Dagli indiani d’America agli aborigeni australiani, intere popolazioni hanno sperimentato una vera e propria fine del mondo.
Ciò non toglie che per RAW l’apocalisse rappresenti una scelta di narrazione collettiva. Una scelta.
Sta a noi, dunque, decidere di immaginare un futuro diverso e superare i traumi del passato. Certo, appare necessario uno sforzo di riprogrammazione continua del cervello. Ecco che, nell’affrontare un compito così delicato, la logica, le parole e il tono di RAW possono risultare di grande aiuto.
E può tornare molto utile l’enorme entusiasmo che RAW metteva nel cambiare continuamente punto di osservazione, esaminando un evento in ogni sua manifestazione e lasciando aperta la porta a tutte le possibilità.
Riguardo al futuro del genere umano, pur avendo vissuto le disillusioni proprie della sua generazione, ha continuato a dichiararsi ottimista.
Nei suoi ultimi libri, dice di aspettarsi che per il 2028 la maggior parte dell’umanità sarà migrata fuori dalla Terra in città spaziali. Grazie a un quoziente intellettivo più alto di quello degli umani del passato e a esistenze più longeve, questi post-terrestri potrebbero diventare gradualmente Superumani. Acquisendo così una maggiore consapevolezza delle proprie possibilità come collettivo. Al contempo, Raw sa e ammette che nessuna legge economica o karmica può essere invocata a supportare la sua ipotesi.
Ognuno di noi crea il proprio Reality-tunnel, autoconvincendosi di un sistema di credenze e convinzioni. Ognuno di noi ha il proprio modo unico (e sostituibile) di vedere il mondo e di decifrarne i segnali. In tutti i suoi ragionamenti, RAW si è sempre mostrato ben consapevole del fatto che una verità rappresenta sempre una verità soggettiva e che ogni Reality-tunnel ha la sua ragione di esistere. Uno vale uno, in un campo come questa vita in cui quello che sperimentiamo rappresenta sempre una metafora di quanto sta accadendo sul piano energetico.
Con la felicità di un bambino cui è stato detto che può scegliere, RAW afferma di divertirsi molto nell’aderire al proprio Reality-tunnel così ottimista verso il futuro. Lo rende sereno e gli dona il gusto per la vita. Abbiamo da divertirci anche noi leggendo i suoi libri. Dal suo cervello sgorga filosofia che danza. Insieme a Shiva, a Sammy Davis Jr, a Tersicore.
E a chiunque altro ne abbia voglia.
«You should view the world as a conspiracy run by a very closely-knit group of nearly omnipotent people, and you should think of those people as yourself and your friends».
«Dovresti vedere il mondo come una cospirazione gestita da un gruppo molto affiatato di persone quasi onnipotenti, e dovresti pensare a quelle persone come a te e i tuoi amici».
Stefano Bollani (1972) è un pianista, compositore e arrangiatore italiano di grande versatilità: spazia infatti tra jazz, musica classica, pop e musica contemporanea. Riconosciuto per la sua eccezionale abilità tecnica e forte personalità artistica, la sua musica è caratterizzata da una creatività vivace e un senso dell’umorismo che lo rendono unico nel panorama musicale italiano. Oltre alla sua carriera musicale, è anche autore di libri e programmi televisivi, rivelando un talento poliedrico.

L’articolo che hai appena letto è la prefazione del libro SEX, DRUGS & MAGICK di Robert Anton Wilson, edito da Spazio Interiore nel 2020. Lo puoi acquistare QUI.