L’ETERNA DANZA DELLA LUNA E DEL SOLE
II parte
di Lidia Fassio
Pubblicato sul blog il 26/07/2025
Senza dubbio l’uomo antico era affascinato dalla Luna, giacché il Sole era comunque e sempre presente nel cielo, visibile e luminoso. Dopo la lunga fase di adorazione della Luna, corrispondente al periodo matriarcale della storia dell’umanità, prese pian piano piede una nuova era in cui si verificarono molte trasformazioni nei miti, nella filosofia e nella religione, come conseguenza di un cambiamento importante di coscienza. Si traghettò dalla fase magica a quella mentale, passando attraverso la fase mito- logica. Il mondo si divise nettamente in due parti: buio e luce, il tutto immerso in una coscienza maschile in grado di operare la scissione.
In effetti, da questo momento non si parlò più di polarità, ma di una dualità in cui la luce si oppone al buio, i sessi si separano, l’interiorità si oppone all’esteriorità e la vita alla morte. Poco a poco si svilupparono forme di organizzazione sociale ed esperienze religiose di stampo patriarcale. La prima transizione fu rappresentata da due contrapposte divinità maschili: Dioniso e Apollo. Quest’ultimo, rappresentando la parte luminosa (coscienza egoica), vinse sul primo dando vita al patriarcato che vedrà in Dioniso una figura «oscura, caotica e dissolutoria», seguita solamente dal mondo femminile, che venne pian piano bandita. L’esistenza fu così divisa in due e gli individui cominciarono a percepirsi come identità separate dagli altri e dal mondo. La scoperta della dualità divise quello che prima era l’Uno indifferenziato in uomo e mondo, in maschio e femmina, mentre il carattere maschile della coscienza assumeva un’importanza sempre maggiore. In pratica, cambiò il modo di porsi di fronte al mondo e mutarono le modalità della conoscenza; nella lunga evoluzione del patriarcato tutto ciò che atteneva alla coscienza razionale venne definito maschile, mentre ciò che riguardava l’inconscio e il mondo transpersonale venne definito femminile.
La grande divisione degli opposti portò ad apprezzare o rifiutare; i sentimenti si divisero dal pensiero e la cultura iniziò a dedicarsi a raffinare quest’ultimo, relegando nelle regioni arcaiche e indifferenziate il sentimento, le emozioni e soprattutto l’istinto. Si trascurarono le facoltà intuitive a favore della razionalità e del pensiero astratto, funzioni appartenenti alla parte sinistra della corteccia. La vita iniziò a essere pianificata a livello razionale e per conseguenza gli istinti e le emozioni dovettero necessariamente essere assoggettati all’autocontrollo. Il senso dell’Io sono diventò sempre più solido e assunse un ruolo fondamentale il logos, incarnato dal maschile in contrapposizione all’eros femminile.
Il mito più importante di questa fase, corrispondente all’era degli Eroi, fu quello del Sole, che luminoso e visibile occupa una posizione centrale nel cielo, così come l’Io occupa la centralità della psiche, definita coscienza egoica.
L’astrologia assegna al Sole le caratteristiche di vitalità, luminosità e centralità, identificandolo con l’Io e l’energia maschile presente in ognuno di noi, quella che spinge a differenziarsi dall’inconscio e a strutturare un’identità separata e unica. Il Sole è senza dubbio l’astro più brillante, quello che funge da guida, illumina, dà calore e permette la vita sulla Terra, oltre ad attrarre a sé tutti gli altri pianeti. Allo stesso modo, l’Io è un’istanza che ordina i contenuti psichici, attraendo a sé quelli che prima si trovavano nell’ombra.
Poiché il Sole illumina il cammino degli uomini sulla Terra, nell’antichità divenne immediata la sua associazione con la figura del Re e del capo, che rappresentano le guide degli uomini sulla Terra. In alcune culture, il Sole veniva chiamato il pontefice, ovvero colui che faceva da ponte tra la divinità in cielo e l’uomo in Terra. Al Sole vennero legati simboli di stabilità, di immutabilità, di luce, tanto che divenne assimilabile all’Io e alla parte cosciente, portatrice di luce e capace di dissolvere i contenuti inconsci che tanto fanno paura.
Con l’inizio della fase degli eroi, figure maschili di riferimento in grado di sconfiggere i mostri e di giungere alla conquista dei propri obiettivi, i miti cambiarono: gli Dei iniziarono a incarnare qualità come il pensiero, l’intelligenza, la forza, il potere, il bisogno di conquistare e di combattere, di realizzarsi e di esprimere la propria unicità lasciando una traccia nel mondo; pian piano, la divinizzazione della Grande Madre fu bandita e sostituita con le figure degli Dei dell’Olimpo, rigorosamente maschili e solari.
I simboli che ancora oggi leggiamo nel Sole evidenziano la qualità della nostra energia maschile, il progetto di vita, le ambizioni, il modo in cui andiamo alla ricerca del chi siamo e della nostra identità unica e speciale; rappresentano il pensiero logico causale, il lobo sinistro che, come sappiamo, governa la parte destra del corpo. Infine, il Sole è il simbolo dell’identità, espressa nell’immagine del padre che accompagna il bambino verso la conquista dell’indipendenza e dell’autonomia, aiutandolo a separarsi dall’abbraccio materno (ovvio riferimento dell’inconscio).
Il Sole è logos, razionalità e indipendenza, caratteristiche che per una lunga fase della nostra vita contrastano con la sensibilità e le emozioni lunari che creano dipendenza e invischiamento. Ed è proprio nel Sole che è insita l’energia interna che spinge a diventare autonomi, a non cedere al bisogno di restare piccoli e bisognosi; il Sole rappresenta quindi quella parte di noi che desidera divenire padrona del futuro prendendo in mano la propria vita: in una parola, il Sole simboleggia la nostra realizzazione come individui indipendenti e, in termini junghiani, rappresenta il viaggio dell’eroe alla conquista dell’individuazione.
Ecco perché in un tema natale questo astro rappresenta anche ciò che si è in grado di realizzare sul piano individuale e sociale. Nel tema di una donna, in particolare, il Sole rappresenta una parte dell’Animus (l’altro simbolo è Marte), e precisamente l’immagine ideale di maschile che è stata introiettata in lei attraverso la figura del padre e degli uomini che ha incontrato nella sua vita, un’immagine che colorerà e influenzerà la scelta dei sui futuri partner. In un tema femminile, il Sole rappresenta anche il personale senso di identità, che dovrà crescere ed esprimersi sia all’interno che all’esterno attraverso la ricerca di un vero senso da dare alla propria vita. Al Sole è stato anche assegnato il principio spirituale (cielo) in antitesi con la Luna, che rappresenta invece la parte materiale e il corpo (terra).
Per contro, nel tema di un uomo il Sole rappresenta il suo rapporto con la mascolinità, gli obiettivi coscienti, le mete e le lotte che dovrà sostenere per diventare a pieno titolo un individuo maturo in grado di portare al mondo in cui vive le sue visioni, le sue idee e il suo contributo, assumendosi pienamente la responsabilità delle sue azioni.
I due luminari sono le istanze interne di ognuno di noi e, come si può ben ipotizzare, non è possibile viverli in modo separato, poiché con l’aumentare della consapevolezza sentiremo il bisogno di far riprendere tra loro un dialogo che li riporti alla loro danza originaria, a quell’alternanza che è fondamentale per la vita sulla Terra e imprescindibile per la vita psichica. Essa infatti non può basarsi esclusivamente su ciò che la coscienza conosce, ma dovrà ritrovare il filo perduto con l’inconscio che la può nutrire e far crescere, portandola a vivere le esperienze utili al suo cammino.
I luminari rappresentano le due diverse parti del mondo interno e della nostra identità; tali parti per lungo tempo sono state proiettate all’esterno, nel cielo, il quale per millenni ha semplicemente riflesso ciò che l’uomo non era ancora in grado di vivere dentro di sé. Ma oggi che l’uomo è cresciuto, nella moderna astrologia i luminari simboleggiano più precisamente l’energia femminile e maschile che appartengono a ognuno di noi e che devono dialogare in perfetta armonia per completarci e farci sentire forti, coraggiosi e padroni di noi stessi, senza però perdere di vista la sensibilità, l’amore per la vita, la capacità di fantasticare, di sentire e di essere in relazione con tutto ciò che ci circonda.
Tratto da Oltreconfine 5, Spazio Interiore 2012