QUANDO IL SESSO DIVENTA ABUSO

QUANDO IL SESSO DIVENTA ABUSO

QUANDO IL SESSO DIVENTA ABUSO

di Emily Nagoski
Pubblicato sul blog il 12/10/2024

Al di là dei fattori di stress con cui ci misuriamo giorno per giorno, esistono le ferite profonde che la vita infligge, senza talvolta dare l’opportunità di guarirle. Considerata la grande diffusione dei traumi di ogni tipo, soprattutto sessuali – secondo una stima prudente, una donna su cinque subisce violenze sessuali almeno una volta nella vita, ed è più probabile che la proporzione arrivi a una su tre – è impossibile parlare di salute sessuale femminile senza dedicare un po’ di tempo al discorso dei traumi. Dagli abusi sui minori ai tentativi di stupro e a ogni forma di violenza interpersonale, le donne vengono prese di mira in maniera sistematica e sproporzionata, e così riportano nel loro funzionamento sessuale i tratti emotivi, fisici e cognitivi di chi è sopravvissuto a un trauma. In altre parole, se le donne presentano più “problematiche” sessuali rispetto agli uomini c’è un buon motivo.

Il trauma accade quando una persona si vede sottrarre il controllo del proprio corpo, si immobilizza e non riesce più a sbloccarsi. Che la causa sia un incidente automobilistico o una violenza sessuale, parte il meccanismo della sopravvivenza: si rimane bloccati e impietriti, con un senso di stordimento e a volte di immobilità tonica (paralisi) o con la sensazione di essere fuori del corpo. Alcuni descrivono questa condizione come “stato di shock”. È la risposta da stress davanti a una minaccia mortale, che si attiva quando il cervello stabilisce che un fattore di stress non può essere né evitato né combattuto. È riservata ai contesti più pericolosi e violenti.

L’avvocato ed ex agente di polizia Tom Tremblay ha definito lo stupro come «il crimine più violento cui una persona possa sopravvivere». Chi non ha mai subìto una violenza sessuale può forse comprendere con maggiore chiarezza l’esperienza di una vittima immaginando che sia sopravvissuta a un tentato omicidio in cui l’arma utilizzata era il sesso.

Spesso la violenza sessuale assume forme che non corrispondono alla nostra classica idea di “violenza”: solo di rado si utilizza una pistola o un coltello; in molti casi non c’è nemmeno “aggressione” nel senso comune del termine. C’è invece coercizione, e negazione alla vittima di ogni possibilità di scelta su ciò che sta per accadere. La vittima non “combatte” perché la minaccia è troppo immediata e inevitabile; il suo corpo sceglie di “rimanere immobile” perché è la risposta da stress che lascia maggiori probabilità di sopravvivenza… o di morte indolore.

Non sempre il trauma è provocato da un episodio specifico. Può essere anche il risultato di una sofferenza persistente o di violenze continuative, come nel caso di una relazione in cui il sesso non è desiderato, anche se tecnicamente potrebbe definirsi “consensuale” perché la vittima acconsente per evitare una sofferenza, o si sente intrappolata nella relazione, o è costretta in qualunque altro modo. In un simile contesto, il corpo della vittima apprende pian piano che non può scappare e non può combattere; l’immobilità diventa la risposta da stress predefinita, perché secondo lo schema appreso bloccarsi è il modo migliore per garantire la propria sopravvivenza.

L’esperienza è diversa per ogni singola vittima, ma comprende in molti casi un vago senso di distacco e di irrealtà. In seguito l’illusione dell’irrealtà decade gradualmente, disintegrandosi sotto il peso della concretezza e dei fardelli che gravano sulla memoria. Il tentativo di riconoscere quanto è realmente accaduto sblocca in maniera crescente il panico e la rabbia che fino a quel momento non avevano avuto modo di affiorare in superficie, sepolti com’erano sotto il comando prioritario di sopravvivere.

Ma sopravvivere non è guarire; la sopravvivenza avviene in automatico, a volte persino contro la volontà della vittima. La guarigione richiede un ambiente relativamente sicuro e la capacità di separare l’immobilità fisiologica dall’esperienza della paura, così che il panico e la rabbia possano trovare sfogo e completare finalmente il loro ciclo.

Emily Nagoski, l’autrice di Come as you are, è direttrice di Educazione al benessere e docente di Sessualità femminile presso lo Smith College. Ha conseguito presso la Indiana University (iu) un dottorato sui comportamenti legati alla salute, con particolare riferimento alla sessualità umana, e un master in Counseling, con tirocinio clinico presso la Clinica di salute sessuale del Kinsey Institute. Inoltre ha conseguito una laurea in Psicologia, comprensiva di esami in scienze cognitive e filosofia, presso l’Università del Delaware.

Durante gli studi alla iu, Emily ha lavorato come educatrice e docente presso il Kinsey Institute for Research in Sex, Gender, and Reproduction. Ha tenuto corsi universitari e specialistici in sessualità umana, relazioni e comunicazione, gestione dello stress e educazione sessuale.

Ha scritto tre guide per GoodInBed.com di Ian Kerner, tra cui una intitolata Guide to Female Orgasms (“Guida agli orgasmi femminili”), e tiene il popolare blog sul sesso TheDirtyNormal.com.
 
 Nel 2025 pubblicherà Come Together (Ballantine Books, 2024) sempre edito da Spazio Interiore.

L’articolo che hai appena letto è tratto da COME AS YOU ARE di Emily Nagoski, edito da Spazio Interiore nel 2022. Lo puoi acquistare QUI.

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